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“Musiche Resistenti 2021" - 2b - Bella Ciao (Anonimo - Popolare)

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CORPO BANDISTICO CITTÀ DI CARPI - “MUSICHE RESISTENTI” 2021
"Bella Ciao" (Anonimo - Popolare)
Versione tradizionale da corteo - cantata
Esecuzione del Corpo Bandistico Città di Carpi
Direttore: Pietro Rustichelli
Voce: Gianluca Magnani

Riprese audio-video: Pietro Rustichelli e Federico Bignardi Baracchi
Montaggio video e mix audio: Enrico Mescoli - RenderGrafica

Progetto “MUSICHE RESISTENTI” cofinanziato dalla
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CARPI
in collaborazione con ANPI SEZ. CARPI
con il patrocinio della CITTÀ DI CARPI

“Musiche Resistenti” è il progetto del Corpo Bandistico Città di Carpi che intende sopperire, attraverso l’esecuzione "virtuale" di 5 inni/canti del repertorio della Resistenza Antifascista, all’assenza fisica dalle piazze della Banda cittadina a causa della situazione pandemica (il titolo stesso del progetto gioca sulla doppia valenza della Resistenza di allora e della attuale resistenza alla crisi sanitaria).
Il Corpo Bandistico, fin dal 1797, costituisce una stabile presenza durante le commemorazioni civili, che ricordano alla cittadinanza i più significativi eventi fondanti della comunità locale e della Repubblica italiana. In oltre due secoli di storia ha svolto un prezioso servizio alla città sottolineando i momenti ora tristi ora lieti della comunità e ha ricoperto il ruolo, che gli è proprio, di divulgazione della musica colta in piazza.

2b - BELLA CIAO
Testo e immagini: ANPI Sez. Carpi
estratti da “1944 La Battaglia di Cortile”, 2004 L’Aleph Video

Bella Ciao è il canto italiano sulla Resistenza più popolare, sia dentro i confini del territorio italiano che considerandolo su scala globale.
La storia intorno alle origini di questo brano ha linee molto sfumate. Si è soliti farla risalire nel testo al canto popolare ottocentesco noto ai più con il titolo di Fior di tomba, a volte citato anche come Il fiore di Teresina o Il fiore della Rosina. Un’altra ipotesi arriva dall’etnomusicologo Roberto Leydi secondo cui il battito di mani di Bella Ciao deriverebbe dal canto di diffusione settentrionale La bevanda sonnifera.
Molti hanno sostenuto che non fu mai cantata durante la Resistenza, che nacque nell’immediato dopoguerra. Le ricerche dello studioso di storia orale Cesare Bermani invece vogliono che già nel 1944 una versione di Bella Ciao sia stata cantata da partigiani che combattevano nelle zone di Montefiorino, in provincia di Modena, e che fosse popolare anche nella zona di Reggio Emilia e dell’ Appennino bolognese. Nello stesso periodo sembra fu cantata da formazioni anarchiche sui Monti Apuani e nella zona di Rieti. I partigiani della Brigata Maiella, in Abruzzo, l’hanno rivendicata come proprio inno di combattimento. Le testimonianze su questo canto sono come si intuisce contraddittorie, quel che è certo è che solamente nel dopoguerra conoscerà ampia diffusione nella versione che conosciamo oggi. Presentata nel 1947 a Praga in occasione della rassegna Canzoni Mondiali per la Gioventù e per la Pace, dove un gruppo di partigiani emiliani la intonò alla presenza di più di 17mila delegati provenienti da 71 nazioni diverse. La canzone venne in seguito riproposta sia al Festival della Gioventù a Budapest nel 1949, sia a Berlino nel 1951.
Fin da subito la canzone simbolo della Resistenza italiana contro nazisti e fascisti, è divenuta in tutto il mondo col passare dei decenni, simbolo di lotta per la libertà politica e sociale. La sua fortuna, per alcuni dovuta alla sovrapposizione di un testo che narra una storia di lotta su una musica allegra e incalzante, per altri alla mancanza di precise connotazioni politiche e partitiche, l’hanno resa prestabile ad essere intonata nelle più diverse situazioni di oppressione. In Italia risuona durante le proteste del Sessantotto e dell’Autunno caldo. Ritorna nei cortei pacifisti contro la guerra. Sempre presente nelle manifestazioni, accompagnò le proteste contro il vertice G8 di Genova nel luglio del 2001, più recentemente cantata in occasione dei funerali di uno dei vignettisti morti nell’attentato a Charlie Hebdo e dagli indipendentisti curdi in lotta contro il regime turco o, con il testo cambiato, come inno del movimento ecologista “Friday for Future”.

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