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Campionato io ti amo - Stagione 2008/2009

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Il campionato visse un'incerta fase d'avvio, coi tentennamenti delle big — «etichetta» riconosciuta alle milanesi nonché a Roma e Juventus — a favorire l'assalto laziale al vertice, posizione occupata dai romani anche grazie alla sconfitta dell'Inter nella stracittadina. Nel mese di ottobre furono poi Udinese e Napoli a garantirsi il primato, coi knock-out di friulani e partenopei ad opera delle meneghine che consegnarono il comando a queste ultime: con la vetta solitaria appannaggio della Beneamata dopo un successo sui bianconeri, il Milan fallì l'aggancio impattando sul terreno del Lecce.

Mentre la Roma fu chiamata a risollevarsi da una partenza sottotono, la Juventus — benché sconfitta nel derby d'Italia — tentò d'insidiare i nerazzurri: a ridosso delle posizioni di testa da segnalare il comportamento di Fiorentina e Genoa, ambedue in corsa per l'Europa. Al traguardo continentale si circoscrissero inoltre le mire di Napoli e Lazio, nonché di una «classe provinciale» formata dall'Udinese e dalle compagini siciliane: il discreto rendimento dell'Atalanta valse invece agli orobici un leggero margine in termini di classifica su Cagliari e Sampdoria.

A presentarsi ingarbugliato fu lo scenario di coda, con la graduatoria chiusa da Reggina e Chievo[38]: amaranto e scaligeri avevano accumulato un lieve ritardo da Lecce e Torino, con maggiori chance di salvezza per Bologna — protagonista di una risalita al tramonto della tornata iniziale — e Siena. Assicuratasi anzitempo il titolo d'inverno espugnando il campo degli stessi toscani, l'Inter registrò un margine di 3 lunghezze sulla Juventus e di 6 sul Milan al giro di boa.

Un quadro sostanzialmente invariato emerse dai primi scorci della fase di ritorno, col vantaggio nerazzurro nei confronti delle rivali resosi man mano più cospicuo. Coi genoani e viola mantenutisi stabilmente in zona-Uefa, la Roma pagò in tal senso il ritardo accumulato nel girone d'andata: la classifica giallorossa divenne «bersaglio» di sardi e palermitani, mentre il Napoli accusò una flessione che — pur senza comprometterne la permanenza in A — rese i campani la peggior formazione della tornata conclusiva.

Alla frenata azzurra fece da contraltare la rimonta clivense, coi gialloblu progressivamente distanziati da una «palude» in cui Reggina e Lecce parvero lamentare la definitiva resa già ad inizio primavera: a fronte di uno scenario confermatosi pericolante per granata e felsinei, il Siena blindò la salvezza con sufficiente anticipo. Pur col primato interista mai posto in discussione, il responso aritmetico giunse solamente alla terzultima giornata col passo falso del Milan in casa dell'Udinese: il risultato certificò in senso matematico il trionfo dei nerazzurri, festeggiato in campo dopo la gara coi senesi.

L'anticipo del penultimo turno registrò invece la retrocessione dei calabresi, fatalmente battuti da una Lazio che — tramite il successo in Coppa Italia — si era già assicurata un biglietto europeo[60]: agli amaranto si aggiunsero quindi i salentini, dopo un pareggio con la Fiorentina che valse ai gigliati il quarto posto.[61] A 90' dal termine un pari tra veronesi e petroniani archiviò la salvezza dei primi, fruttando invece ai secondi l'aggancio al Torino[62]: a sconvolgere il finale di stagione dei piemontesi fu la battuta d'arresto col Genoa, guadagnatosi in tal modo la quinta piazza.[63]

Impostasi a danno della outsider Catania nella domenica finale[64], la compagine felsinea scongiurò una relegazione toccata invece ai granata per effetto di una sconfitta con la Roma[65]: la circostanza comportò la qualificazione all'Europa League per i capitolini, mentre le statistiche relative ai confronti diretti determinarono il secondo posto della Juventus a scapito del Milan.[66] L'affermazione milanese contro la Fiorentina precluse a quest'ultima un aggancio in extremis, coi toscani comunque ammessi ai preliminari di Champions League[67]: sabaudi e rossoneri terminarono il campionato con 10 punti di ritardo dall'Inter, la quale celebrò il quarto scudetto consecutivo nonché diciassettesimo in totale.
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