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Pussy Riot libere

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Tre giori dopo la liberazione dell'ex magnate del petrolio nemico del Cremlino Mikhaïl...

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Tre giori dopo la liberazione dell'ex magnate del petrolio nemico del Cremlino Mikhaïl Khodorkovski graziato a sorpresa da Vladimir Putin, è la volta delle Pussy Riot, Maria Alekhina e Nadejda Tolokonnikova, che lasciano il carcere.

Tutto era cominciato col video della preghiera-punk anti Putin realizzato dalle attiviste il 21 febbraio 2012 nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Le donne mascherate avevano improvvisato uno show alla chitarra elettrica per chiedere alla Madonna di cacciare dal potere Vladimir Putin.

All'epoca Putin era in corsa per un nuovo mandato da Presidente di Russia.

Una volta eletto Presidente non ha avuto esitazioni: tre membri del gruppo e cioè Nadejda Tolokonnikova, Maria Alekhina e Ekaterina Samoutsevitch vengono incarcerate.

Il processo si apre nel luglio 2012 e il 17 agosto scatta la condanna: due anni di colonia penale per "teppismo e istigazione all'odio religioso".

Varvara Tolokonnikova, 79 anni è la nonna di una della Pussy Riot (Nadejda). Secondo lei Putin avrebbe potuto scegliere un'altra punizione per sua nipote.

VARVARA TOLOKONNIKOVA, NONNA DI NADEJDA:
"Se non lo avessero offeso...lui è uno molto permaloso, e del resto l'ha presa come uno schiaffo che non poteva perdonare e nemmeno lo voleva. Ecco perchè le cose vanno come vanno".

Chi sono le Pussy Riot? Difficili da classificare si dedicano a performance fuori dagli schemi in cui mettono sullo stesso piano politica, religione, arte. Il loro gesto le ha trasformate in eroine dell'opposizione a Putin.

Nel marzo 2012 Ekaterina Samutsevitch, oggi trentenne, era stata intercettata dalla polizia fuori dalla cattedrale e non aveva potuto entrare anche lei in azione. Era poi già stata liberata nell'ottobre 2012.

Le pene per le due compagne venivano invece confermate sebbene fossero entrambe giovani mamme e nonostante lo sciopero della fame della Tolokonnikova.


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