Mistero buffo, titoli di apertura |
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"Mistero buffo" è stato un programma che ha fatto la storia della televisione italiana e segnò il ritorno "in pompa magna" di Dario Fo e Franca Rame sul piccolo schermo dopo alcuni lustri di ostracismo comminato loro dai vertici di viale Mazzini a seguito di una conduzione non troppo ortodossa di "Canzonissima".
Al di là di come la si possa pensare poiticamente, l'opera teatrale di Fo è immensa ed è diventata un patrimonio della cultura italiana tutta. In questo programma - siamo nel 1977 alla vigilia, dunque, del compromesso storico - la verve satirica di Dario Fo colpì a tutto tondo prediligendo, come era ovvio, i bersagli politicamente più "appetitosi" - Fanfani ed Andreotti ad esempio - senza, però, tralasciarne altri come, ad esempio, la stessa magistratura oggi portata sugli scudi dal centrosinistra ma, in quegli anni, messa all'indice in quanto "rea", secondo molti, di aver "insabbiato" troppe inchieste inerenti le stragi ed il terrorismo. Ma, oltre alla satira politica, Fo e la Rame contestualizzarono, attualizzandole, delle rivisitazioni di alcune opere di qualche secolo addietro ; le "messe in scena" di "Bonifacio VIII" e dello "Zanni", ad esempio, ovvero la riproposizione del grammelot di molieriana memoria le quali sono diventate pagine leggendarie della storia del teatro e della cultura del nostro paese. Per quanto possa sembrare paradossale l'unica nota stonata e "datata" della programmazione è il "pubblico". Ci si rende conto, cioè, del fatto che son passati oltre trent'anni non certo per le rappresentazioni di Dario Fo o della Rame ma per come si vestiva l'auditorio che fungeva da contorno ed affollava i teatri di mezza Italia al seguito dei due artisti ; non ho potuto non ricordarmi, guardandoli, alcune delle prime strofe del brano di Giorgio Gaber "Quando è moda è moda". In allegato la sigla di apertura. Le musiche erano del maestro Fiorenzo Carpi. |